Continuiamo a scoprire i contenuti della nuova raccolta di racconti 'DANZE ERETICHE - HORROR EXPERIENCE' in uscita a Dicembre 2015, in formato eBook.
Una delle opere che saranno pubblicate in questa raccolta è il racconto inedito 'CAROUSEL RAISER' di Paolo Di Orazio, firma storica dell'Horror Italiano, che affiancherà opere inedite in italiano di autori del calibro di Ramsey Campbell, Richard Laymon, Poppy Z Brite, Lisa Morton e Gary Braunbeck. L'incipit del racconto. (da 'Carousel Riser' di Paolo Di Orazio). «Abbiamo sfidato le leggi del Signore, siamo fuggiti dallo Stato della Chiesa e dagli invasori austriaci, dato pace a morti e vivi di tutta Italia, commosso il cuore dell’Europa tra montagne, orsi e lupi, solcato le onde furiose dell’Atlantico tra gorghi, piovre giganti, pesci assassini, scogliere taglienti come denti e coltelli.» Dall’alto del suo teatro semovente, snodato in tre carrozze trainate da dodici stalloni scozzesi, il conte Branzini recitava l’approdo a New Orleans in un megafono di latta senza vergognarsi né dell’epica di gesta inventate, né dell’enfasi con cui sputava parole e saliva. «Ed ora, siamo qui, brava gente. Siamo qui per portarvi lo spettacolo più importante della commedia umana, lo spettacolo che vi farà ridere e piangere, o tutt’e due le cose contemporaneamente. Uno spettacolo cui partecipare con animo in festa o nel dolore più imponente, perché questo è l’unico, il solo e originale, inimitabile Branzini’s Medical Show.» Le grandi torce sulla sommità dei carri disposti a semicerchio scaldavano il suo sermone e lo illuminavano di leggenda tra lapilli volanti in una notte di torrida estate, mentre con la voce roca dal petto gorgogliante di catarro parlava a un pubblico in ascolto sotto le stelle a occhi sgranati, fra l’incredulo e l’eccitazione. Qualcuno era attratto dalla bocca, dai suoi denti inscritti nel cono d'ombra del megafono, e perdeva bocconi del racconto ma non la magia di quel momento che sembrava introdurne uno più esaltante. Il fisico robusto del conte, medico chirurgo venuto su a carne cruda fiorentina ed erbe scelte, ancora portava nelle ossa l’umido di due mesi di navigazione. Ma la stanchezza, Branzini, ormai poteva posticiparla a un’altra vita: il suo spettacolo era appena cominciato. Il caldo estivo della Louisiana ignorava l’abbigliamento in nero del ricco italiano. La giacca, i pantaloni, la camicia e il suo corpetto di tessuti pregiati, lana e seta, erano incollati alla sua pelle come una maledizione. Sapevano di zolfo, sapevano di cadavere, di terra, mare, salsedine, manzi e cavalli, agnelli arrostiti su un fuoco, brillavano di grasso, lo rendevano una specie di scarafaggio con la tuba, e la lunga barba a punta faceva da pettorina per la saliva dei suoi discorsi e dei suoi pasti. La camicia era il prologo di una storia infinita: bianco carta quando il conte fuggì da Ancona il 18 maggio 1866, giallo avorio quando sbarcò due anni dopo nella baia di Saint Louis, ovvero pochi giorni prima di quel debutto in pubblico a New Orleans. Era enormemente eccitato. Il suo primo medical show nella Nuova Terra aveva inizio. Finalmente avrebbe trovato, contrariamente a quanto avvenuto in patria natia, comprensione, fama e gloria, (...)
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