Disponibile da oggi l'antologia di racconti hardcore horror BRUTAL 3, a cura di Alessandro Manzetti, che include opere inedite in italiano di Edward Lee, Charlee Jacob, Ryan Harding, Wrath James White, Monica J. O'Rourke e Stephen Kozeniewski. Edizione hardcover (copertina rigida), serie Brutal, acquistabile sul nostro Store, a prezzo scontato e su Amazon Sinossi: Sette racconti hardcore/extreme horror brutali, grotteschi e divertenti di alcuni dei maggiori interpreti internazionali del sottogenere, tra orge di lupi mannari, l'incredibile destino di un uomo che carica in macchina una prostituta, le conseguenze borderline e psicotiche di una gravidanza, una cura folle e innovativa per l'AIDS, un sole cannibale e impulsi sessuali, parafilie fuori ordinanza. L'antologia include (tutte opere inedite in Italiano): Il Dritifilo di Edward Lee, Tritacarne Genitale II: Dis-Membered di Ryan Harding (novella), Lo Spirito dei Lupi di Charlee Jacob, Dopo la Cura di Wrath James White, Ogni Notte di Edward Lee (novelette), Avvelenamento da Sole di Stephen Kozeniewski e Gelsomino e Aglio di Monica J. O'Rourke. Illustrazione di copertina di Luke Spooner, Edizione Hardcover (copertina rigida), Collana Necros, Serie Brutal Volume 3, 160 pagine. Serie cura di Alessandro Manzetti ESTRATTO DALLA NOVELETTE 'OGNI NOTTE' DI EDWARD LEE ('Ever Nat', 2003)
Traduzione di Francesca Noto Gray aveva visto quella ragazza sulla strada per diverse notti di seguito. Era ovvio che fosse figlia di bifolchi, certo, ma... Cristo, che carina. Shorts sbiaditi di jeans, una canotta, lunghe gambe nude che lampeggiavano nei suoi fari, mentre camminava sul ciglio della strada. Aveva letto sulle pagine del giornale dedicate alla contea che le prostitute di solito battevano su quella strada... Gray lavorava in città: aveva uno stipendio da centoventicinquemila dollari, adesso, come assistente direttore di programmazione per la UniCorp. Niente male, per un quarantenne. Ed essere passato al turno dalle quattro a mezzanotte gli metteva in tasca il dieci percento in più. Non gli pesava, tra l’altro: meno gente in ufficio, meno distrazioni dovute ai telefoni che squillavano... più tempo per lavorare. Gray non aveva più una moglie e non si era mai davvero curato di avere una vita sociale; per come la vedeva lui, il lavoro era l’unico modo per diventare qualcuno. E l’ho fatto, pensò. La sua auto, in parte, ne era la prova. Una Callaway Twin Turbo Corvette nera come onice: sessantamila verdoni. E uno stereo VTL/Apogee da quindicimila dollari a casa. E non poteva lamentarsi neanche della casa, un appartamento di lusso con tre camere da letto e vista sul mare. Le belle cose della vita, era per questo che lavorava... Ma in momenti come quello, durante i suoi lunghi viaggi in macchina, cominciava a farsi delle domande. Che altro c’è? Bella domanda, dopo due matrimoni e due divorzi, più la manciata di brevi relazioni in mezzo. Le donne volevano sempre qualcosa, o almeno così sembrava a lui. Come se dovessi loro una vita in cambio del sesso una volta alla settimana. Ne aveva avuto abbastanza, ormai. Non mi serve una donna, nella vita, pensò, comodo dietro al volante imbottito. Mi basto io... Ma era proprio vero? C’erano anche altre necessità. Il turno di notte aveva un altro vantaggio: niente traffico. Gray usciva dalla città a mezzanotte, per poi prendere l’interstatale. Senza traffico, riusciva a tornare a casa in meno di mezz’ora. La Statale 154 era una lunga e serpeggiante strada di emergenza in caso di alluvione che attraversava i fitti boschi della South County. Era una strada bella, scenografica, specialmente di notte e durante l’estate. La luna bassa lo seguiva tra gli alberi. Grilli e insetti facevano sentire la loro costante e pulsante cacofonia, e le stelle scintillavano come gocce di luce nel cielo. E rieccola. La ragazza che aveva visto fare l’autostop diverse notti di fila. Lei, e quella voglia sempre più forte. Sì, aveva letto sul giornale che le prostitute passavano spesso di lì, ma non erano come quelle di città, tutte strafatte, spaventose con quei loro occhi vuoti e l’abbigliamento sordido. Quelle ragazze di collina, aveva sentito dire, erano solo povere campagnole, figlie di zotici, per la maggior parte, pronte a guadagnarsi qualche dollaro da riportare alle loro fattorie cadenti. E quella che vedeva adesso? L’aveva vista anche la sera prima, giusto? Stava camminando poco oltre la curva, e quando Gray la vide, qualcosa dentro di lui si bloccò. Quella bellezza sfrontata e volgare lo fissò a sua volta alla luce alogena dei fari; un’istantanea che gli rimase stampata in testa. Oh, cavolo... Tutta curve e linee allungate. I pantaloncini tagliati fasciavano fianchi larghi e perfetti. I seni alti, grandi per una ragazza così esile, ondeggiavano senza reggiseno nella canotta di un arancione sbiadito, e tra quella e la sua vita, Gray ebbe il tempo di ritrovarsi senza fiato al pensiero dell’addome teso e piatto, e della minuscola fessura dell’ombelico. Il viso sembrava brillare alla luce dei fari: grandi occhi scuri; una bocca piccola, dalle labbra piene; la pelle color pesca. (...)
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